L’enfant sauvage

renziA destra e a sinistra vi è un sostanziale accordo nell’attribuire a Matteo Renzi il ruolo di vincitore assoluto sul ring della politica italiana all’indomani della collocazione di Silvio Berlusconi lontano dal centro del quadrato. La scalata al potere si è concretizzata a ritmo futurista, mietendo vittime fra gli avversarsi e concludendosi col tragicomico fratricidio di Enrico Letta. Continua a leggere

Comunicazione e potere secondo Li Vigni (IISF)

locandina_li_vigniFiorinda Li Vigni è coordinatrice della Scuola di Roma, l’annuale rassegna organizzata dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Nel 2012 il tema proposto fu “Linguaggio e potere” e proprio la studiosa italiana aprì il ciclo dei seminari con un’analisi dell’intreccio linguistico-politico a partire dalla sofistica greca. Li Vigni torna sull’argomento caro alle sue ricerche partecipando al primo dei dibattiti pubblici nell’ambito della Scuola di Alta Formazione in Filosofia “Mario Alcaro” di Roccella Jonica. Proporrà una ricostruzione del rapporto fra comunicazione e potere sfruttando alcuni degli attrezzi teorici della storia del pensiero e registrando le nuove forme con cui tale intreccio si mostra nell’epoca contemporanea. Un’occasione per chi ha a cuore le trasformazioni degli equilibri fra il potere mediatico e quello politico, compresi quindi non solo gli esperti del settore ma anche ogni cittadino interessato.

Desiderio senza pensiero

leonardo-dicaprio-the-wolf-of-wall-street-600x372«Un pensiero che desidera, e un desiderio che pensa, e l’uomo è un principio di questa specie». È noto che questa definizione di animale umano non appartiene alla tradizione postmoderna, sebbene l’intreccio fra razionalità e irrazionalità rischia di far intendere il contrario. L’espressione, intrinsecamente materialista, è di Aristotele che la inserisce nel VI libro dell’Etica Nicomachea. Secondo l’idea guida dell’antropologia concepita dallo Stagirita, la natura umana prevede una compenetrazione di pensiero, che è sempre pensiero verbale dunque linguaggio, e pulsioni. La porzione concupiscibile della nostra anima non è separata dalla parte razionale: le spinte volitive, che pure precedono l’accesso alla ragione e alla parola, sono rimodellate dalla sintassi e dalla semantica una volta che il pensiero sia entrato nella storia naturale. Per noi umani non esistono desideri senza pensieri né pensieri senza desideri. Continua a leggere

Ovviamente gratis…

«Ovviamente la prestazione è completamente gratuita». Due avverbi di modo combinati insieme nella stessa frase stonano. Le regole della scrittura giornalistica non li accettano e neanche il buon senso del linguaggio parlato è solito strizzargli l’occhio. Tuttavia, qui il punto non è prendere l’enunciato per esaminarlo in merito alla sua poeticità (laddove poetica è la funzione linguistica deputata alla produzione delle frasi, men che mai indica lo stile di chi scrive in versi). Qui, invece, ne va della natura critica di questa frase, cioè della sua genesi in un tempo di crisi.  Continua a leggere

Sud e letteratura/1

Su il manifesto del 18 novembre 2013 Franco Arminio scrive un articolo dal titolo “C’è una questione meridionale anche in libreria”. Volendo così prendere posizione contro la letteratura sul meridione prodotta da chi il meridione non lo vive ma lo osserva distrattamente da lontano. La conclusione cui giunge l’autore ridetermina il rapporto fra parole e potere, assegnando al linguaggio il compito di indirizzare la politica:

Il Sud raccontato male alla fine è facile

che sia governato male.

Nei successivi post pubblico le recensioni a due libri sul Sud: il primo è “Aspra Calabria” dell’antitaliano Giorgio Bocca e il secondo è “Il grande Otto” del giornalista catanzarese Bruno Gemelli. Due volumi diversi, realizzati in tempi lontani da due persone distanti per carattere ed esperienze, nei quali però vorrei rintracciare una medesima tensione al bene.

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Questo non è uomo

Comincio a leggere il libro di Paolo Virno Saggio sulla negazione (Bollati Boringhieri, Torino 2013) e mi imbatto in una storia di migranti. Una vicenda che sembra essere scritta apposta, proprio nel giorno in cui polizia e carabinieri arrestano a Lampedusa il tunisino Khaled Ben Salem accusato di omicidio plurimo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e naufragio.  Continua a leggere

Ne abbiamo facoltà

FiloRoccella 24-28 luglio 2013, forum su Mario Alcaro a Placanica

FiloRoccella 24-28 luglio 2013, forum su Mario Alcaro a Placanica

Sapete quando i senatori o i deputati si riuniscono e il presidente della seduta dà diritto di parola ai colleghi pronunciando la formula «ne ha facoltà». Ecco, io intendo tutto il contrario. Non qualcuno che concede la possibilità di parlare a qualcun altro, in nome di un rapporto gerarchico che legittima il gesto, ma la realizzazione di un contesto in cui la libertà di linguaggio regna sovrana. Mi pare che, restando sulla soglia degli argomenti di volta in volta discussi, la Scuola estiva di filosofia di Roccella abbia da rivendicare proprio una simile prerogativa. Continua a leggere

Silvio e lo spirito del tempo

silvio-berlusconi-telefonoIl motivo per cui Silvio Berlusconi non è stato mai battuto sul piano della competizione politica è lo stesso che lo ha fatto condannare ieri, in primo grado, a sette anni di carcere e all’interdizione perpetua. Lui incarna quello che in tedesco si chiama lo ‘zeitgeist’. Di più: il cittadino Berlusconi è stato così abile a entrare in costellazione con lo spirito del tempo da annichilirlo, se l’è mangiato, è diventato lui stesso quello spirito. Da qui, il ritardo degli avversari che non sono mai riusciti ad aggiornarsi in anima e corpo (eccezion fatta per le due, sporadiche, vittorie di Prodi nel ’96 e poi nel 2006) e l’attenzione degli inquirenti attratti dall’ormai ordinaria insubordinazione alle regole che, per carità, è la norma per chi s’identifica con lo zeitgeist. Continua a leggere

Alle feste… quanto mi annoio

grande bellezza1

Assistendo all’ultimo film di Paolo SorrentinoLa grande bellezza, vi è un dato che prende il sopravvento sui parecchi spunti che la pellicola offre. Non è quello relativo alla versione metropolitana della dolce vita, non è l’immagine di una Roma godereccia e ipocrita, non è il grottesco né la chance della redenzione fornita dalla riappropriazione di un senso del bello già svanito (la ragazza amata poi persa, mai dimenticata e ormai morta) oppure di là da venire (un senso del sacro, la parte finale dell’opera, capace di profanare quella quotidianità orfana di ogni dio, solamente ciarliera e ficcanaso e opulenta). Piuttosto, la nota che spicca è di carattere squisitamente emozionale, del tutto collegata a un sentimento tipicamente umano. E’ l’estetica della noia. Continua a leggere

Io non sono Francesca Chaouqui

Dunque, non si perde occasione per rinvigorire la retorica sulla sottocultura calabrese, sull’arretratezza degli ex bruzi, ora soltanto bruti e gretti a fronte del progresso economico e morale che tocca sempre agli altri e mai a noi. E sono poi soprattutto i calabresi stessi a ridare forza a un simile immaginario (vedi la Chaouqui del titolo o Domenico Naso del Fatto), evidentemente imbrigliati dentro la simbologia dominante che punisce la terra del Sud in nome di una vittoria cui la Calabria mai partecipa, perché è intrinsecamente povera e inetta, quasi a voler naturalizzare una sconfitta che semmai è innanzitutto storica e che rimanda ai fatti antecedenti il 1861. Continua a leggere